Histoire de Ori Tahiti

Se ancora non conosci la Polinesia, né la Danza Polinesiana in particolare, la mia passione, ecco un breve riassunto per aiutarti. Troverai anche alcune immagini, per una piccola dimostrazione.

Storia della Danza Polinesiana

Fin dalla notte dei tempi antichi, la Danza Polinesiana continua a conservare il suo ruolo sociale. Proprio come la Parola o la Scrittura, è una modalità di comunicazione il cui significato più profondo è accessibile solo ai partecipanti e agli addetti ai lavori.

In passato bandita per oscenità dal Clero, la Danza Polinesiana è diventata nel tempo, la vetrina di Tahiti. Conosciuta con il nome Ori Tahiti, questa danza ha scioccato i missionari per il suo messaggio sessualmente esplicito, fino ad essere relegata alla clandestinità nel XIX secolo.

Uscita dalla sordina negli anni ’50, grazie a coreografi come Madeleine Moua e Coco Hotahota, fondatore della Compagnia di Danza Te Meva.

La Musica e la Danza, precedentemente censurati, vivono ora, una rinascita. Un modo per i Polinesiani, per affermare finalmente la loro civiltà non scritta.

 

Danza Sacra Rituale

Ecco dunque, che con una violenza senza precedenti, il tuono dell’esplosivo strumento To’ere interrompe il silenzio impressionante della notte di Papeete. Ti prende fino al cuore e fino alla bocca dello stomaco. Si ferma per poco. E proprio quando il rumore circostante torna ad essere  percettibile, la voce dei tamburi riparte scuotendo di nuovo il fogliame dell’albero Banyan.

Nei tempi antichi, racconta Teuira Henry in un libro pubblicato all’inizio di questo secolo, il To’ere annunciava al popolo terrorizzato, l’inizio e il termine dei sacrifici umani. Oggi, questa curiosa  percussione creata da un tronco cavo, con la sua tipica fenditura sul davanti, marca le sonorità della Ori Tahiti, la Danza Tradizionale Polinesiana.

Musica e Danza

Tahitian Instrument - LaDibi Dance Academy Online

Musica e Danza sono due aspetti inseparabili, parte della cultura polinesiana, essenzialmente orale.

Il Polinesiano sente profondamente la necessità di creare musica e disegnare figure effimere nello spazio con il suo corpo. Il ritmo è naturale per lui. Da bambini si  scoprono i primi passi, dice Coco, ballerino, coreografo e fondatore del gruppo Te Maeva.

All’ex studente di Madeleine Moua, le isole devono la risurrezione delle Danze Tradizionali avvenuta negli anni Cinquanta. Esse furono infatti a lungo bandite dai missionari puritani. Coco ha contribuito per più di venti anni allo sviluppo di questa arte che ritroviamo nella Heiva, i grandi festeggiamenti di Luglio a Papeete, nella loro leggendaria dimensione.

Heiva – I Festeggiamenti

Heiva - LaDibi Dance Academy Online

Più di mille spettatori ogni sera, si presentano per celebrare la musica, la danza, la gioventù e la bellezza. Un tripudio di sonorità, costumi fantastici, ghirlande vegetali e tiare, cascate di fiori dal profumo inebriante, e centinaia di ballerini a comporre questi meravigliosi quadri viventi colorati.

Alla luce delle torce, alcune scene evocano la tradizione Arioi, l’Antica Aristocrazia degli Artisti dagli innumerevoli talenti. Musicisti, poeti e attori dall’immaginazione sfrenata.

Sulle piattaforme erette ai bordi delle lagune, hanno inventato favolosi spettacoli a cui presenziano re e grandi leader. Tra le usanze degli isolani, quelle di adornarsi con corone vegetali e offrire ghirlande di fiori come simbolo di benvenuto.

Un’esplosione di impeto alla chiamata rauca di Pu, un’enorme conchiglia, ed ecco che i danzatori di Heiva giungono leggeri, seguendo la fragile melodia del Vivo, il flauto nasale in bambù, o arrivano con movimenti freneticamente voluttuosi, in risposta al suono del To’ere. I danzatori sono in cento, ma è come fossero uno solo. Sul martellante suono dei Pahu , gli alti tamburi, loro cantano le antiche parole, battendo il terreno con i piedi, con le dita ben separate. Col viso rivolto verso il vento, le nuvole, l’immenso oceano e verso gli Dei, i danzatori affermano così, la fragile esistenza degli esseri umani.

Isole Marquises

Tahiti - LaDibi Dance Academy

Nelle Isole Marquises, la musica e la danza non hanno mai cessato di essere sacre. Ridotte a nascondersi per decenni, come negli altri arcipelaghi, furono qui salvate da monsignor Le Cleac’h, Vescovo delle Marquises dal 1970 al 1986. Egli autorizzò la musica Maori nelle chiese. Fu uno dei fondatori del Motu Aka, l’associazione di tre isole dell’arcipelago, Nuku Hiva, Ua Pou e Hiva Oa, che organizza regolarmente il Festival delle Arti Marchesi.

Haka Dance - LaDibi Dance Academy Online
Maori della Nuova Zelanda

La Danse de l’Oiseau

Le Danze Marchesi si basano su un repertorio di leggende, come La Danse de l’Oiseau, la Danza dell’Uccello, che può essere dolce e violenta allo stesso tempo.

Putu

Esse rappresentano dei riti, come nel caso del Putu, la danza più sacra. Dura solo pochi minuti, ma non può essere interpretata senza il rituale che la precede e la chiude. È una danza dei guerrieri, riservata agli uomini, vestiti di foglie. Senza accompagnamento strumentale, i danzatori cantano con voci potenti, parole che non sono mai  cambiate rispetto le origini.

Rari

Altra danza Marchese, la Rari , anch’essa prettamente maschile, si esegue sia seduti, sia in piedi, ed è caratterizzata da movimenti delle braccia e del torso. Si tratta di una danza di gruppo.

Hahi e Hota

Differenti invece, le danze Hahi e Hota, assoli destinati a momenti specifici del rituale. Tutte danze brevi. Non più di venti minuti, poiché le canzoni mettono a dura prova la gola degli esecutori.

Aparima

La Danza Aparima, il cui nome indica anche come preparare un piatto, troviamo invece la rappresentazione di un incontro romantico o il movimento dei condottieri delle piroghe. Ogni gesto ha un significato.

Usi

Ori Tahitian - LaDibi Dance Academy Online

Ogni famiglia è custode di una danza. Nessuno danzerebbe senza la partecipazione di un membro della famiglia di riferimento. Anche in segno di rispetto verso le donne anziane del villaggio, da cui abbiamo periodicamente raccolto e imparato i canti antichi, giunti fino a noi, completi di tutte le parole! Questo ritorno alle fonti ci permette di restare più fedeli possibile alla tradizione e alle parole originali. Per quel che riguarda le figure danzate, le donne anziane vengono ad assistere alle prove e correggono le danze.

Il Canto

Atuona, la critica, da qualche anno si sofferma sulla giovinezza dei danzatori. Per rimanere nella tradizione, si dice, ci vogliono voci potenti di uomini e donne.

L’importanza accordata alle sonorità vocali si spiega con il fatto che la Danza Marchese è guidata dal canto. Spesso, esso comanda anche sullo stesso tamburo Pahu, ad eccezione del più grande, poiché è lui che dà il tempo, la base alla quale tutte le voci fan riferimento.

Le Percussioni

Ad ogni strumento dotato di un suono diverso, gli anziani attribuivano una personalità. Tutti erano sacri, perché avevano il dono di trasformare l’universo sonoro. La loro produzione era prerogativa di una categoria sacerdoti. Oggi, alcuni musicisti modellano da sè, i loro tamburi, da un albero intero o una parte di esso, per ottenere uno strumento di qualità. Quindi, per un To’ere, ad esempio, si dovrà osservare il percorso seguito sulla corteccia, dalle gocce di pioggia. A forza di imbibizione, questa parte del legno sarà più morbida. Quindi ottima per divenire il ventre dello strumento. Il punto vulnerabile, ospiterà la fessura. La parte posteriore è la parte più dura, farà la risonanza.

Pahu

Ricavato dal tronco scavato di Kuaiki, una sorta di mandorla tropicale, il grande Pahu può raggiungere i due metri e mezzo di altezza. In origine era completato con pelle di squalo tesa, a chiuderne l’estremità. Ora sostituita con pelle di Bue.

Il Pahu Rutu Roa, ovvero “tamburo dal lungo battere”, è stato consacrato a Tane, Dio della Bellezza.

Da non confondere con il Pahu Nui A Te Toa, il “grande tamburo del guerriero”.

O con il Pahu Rutu Ma’a Na Te Opu Nui, il tamburo per il cibo in Agosto, che metteva in guardia le persone dai sacerdoti che avevano bisogno di offerte per il marae.

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