I Mudra nella Fusion Belly Dance

Da che studio e faccio ricerche sulle danze indiane, sono particolarmente attratta dai Mudra. Vero è, che nella danza indiana, come del resto in altri stili, tutto il corpo è chiamato ad esprimere il concetto e le emozioni che si vogliono trasmettere. Altrettanto vero, è che nella tradizione indiana, vi è un codice molto significativo e dettagliato anche per la gestualità.

Attraverso le mani, infatti, con specifiche posizioni, esprimiamo dei simboli, dei sigilli a rappresentare determinati significati. Aspetto molto presente importante anche nella Tribal Belly Dance.

“Sigillo” appunto, è una delle traduzioni della parola in Sanscrito “Mudra”. Intesa anche come gesto rituale. I Mudra sono considerati dei simboli di energia e canali di passaggio della stessa, strumenti di guarigione col potere di rilasciare le tensioni, e ribilanciare le energie del corpo e della mente, il cui disequilibrio è fonte di malattie e disturbi energitici.  Di conseguenza, praticando i Mudra, si pensa possano rimuovere le tossine accumulate, purificando e armonizzando il corpo. Anche fondamentali per tramutare i movimenti e posizioni, in consapevolezza profonda, sono usati nella danza per esprimere gli stati d’animo (bhava), oltre che atti a raccontar storie e tener viva l’attenzione del pubblico.

Se avete già fatto qualche breve ricerca sui Mudra, saprete che sono usati in diverse filosofie, pratiche e religioni di origine indiana tra cui Buddismo, Induismo, Yoga e Tantra, per citar le più note. La lingua antica Sanscrito a cui appartiene il termine “Mudra” è la lingua sacra indù utilizzata nei canti e nelle cerimonie, anche dei rituali buddisti. Non si tratta di una lingua “morta”, come molti credono. È una delle lingue parlate in India, soprattutto in zone remote e nei contesti di cui sopra, a meno che non vi succeda quel che è accaduto a me…

Ad un Intensive Dance Camp con Colleena Shakti, conobbi una ballerina che parlava solo Sanscrito. Deliziosa, particolare e con l’interprete, per mia fortuna. Una lingua, devo dire, completamente diversa da tutte quelle che avevo sentito prima. Quando cominciano a suonarti  familiari i nomi in Sanscrito dalle classi di danza e poi lo senti parlare… Beh! È tutta un’altra storia.  La dolcezza della persona, faceva sembrare un canto anche i suoni più nuovi, mai sentiti prima. Uno dei mondi paralleli più belli in cui mi sia imbattuta. Tutto ciò, anche per rispondere a chi mi ha chiesto se prendere o meno un nome d’arte in Sanscrito. La mia personale risposta è IO NON LO FAREI, nel rispetto di ciò che questa lingua sacra antica rappresenta. Dopo di che, Libero Arbitrio.

Tornando ai Mudra, da buona italiana del Sud, non potevo non riconoscere da subito l’utilizzo delle mani, come innato e familiare strumento di espressione. Devo anche dire che spesso, quella che chiamo “Teoria dei Mudra comparati Indiani/Italiani”, è fonte di unione e ilarità nelle sessioni di studio. D’altronde, Indiani e Italiani vengono considerati simili per molti aspetti… Sarà anche per la nostra pronuncia dell’Inglese?!

I principali testi a cui faccio riferimento per gli studi sono il Nāṭyaśāstra e l’Abhinaya.

Nāṭyaśāstra

È il trattato, il manuale di drammaturgia, delle Arti performative, del Teatro, danza e musica indiana, “A compendium of Theatre or a A Manual of Dramatic Arts” attribuito al Saggio Bharata, più verosimilmente inteso come acronimo tra le sillabe

BHA (Bahava : sentimento) + RA (Raga : schema melodico) + TA (Tala : ritmo) = BHARATA

Tralasciando la mia imbarazzante e incompresa propensione alla matematica onirica/olistica… Il trattato è probabilmente scritto da più autori, in un lasso di tempo stimato sui 400 anni a cavallo   dell’epoca di Cristo. In esso viene indicato ogni aspetto della messa in scena, inclusi scenografia e make up, e da sempre, ha influenzato anche la letteratura e la poesia della cultura indiana, nonché la quotidianità negli usi e costumi. Su di esso si basa la danza indiana Bharatanatyam.

 barathanatyam2

Abhinaya Darpana

“The Mirror of Gestures” di  Nandikeshavara è il trattato sulla danza su cui prevalentemente si basa la danza Odissi, facendo riferimento anche al Nāṭyaśāstra. Su questi testi bisognerebbe scrivere molto, moltissimo per cui, per il momento, vi lascio solo questo riferimento per semplificare, e di questo mi scuso con chi ha già esperienza in campo, ma è dovuto a chi è completamente a digiuno dell’argomento e si affaccia a questa magnifica arte per la prima volta.

 ColleenaShaktiOdissiLaDibiBlog

Possiamo dire che, in generale, i Mudra sono divisi in 3 gruppi

Ad una mano, a due mani e quelli in riferimento alla Danza Pura. Questi gruppi vengono chiamati con nomi diversi e hanno un numero variabile di Mudra, in base allo stile a cui appartengono come Odissi, Bharata Natyam, Kathak, Khatakali per citarne alcuni, e in base ai testi di riferimento. I significati e l’impiego, possono quindi differire in base alla tradizione da cui provengono.

Inoltre, lo stile stesso nel minimo dettaglio, può variare in base al fattore umano, ovvero in base allo stile personale del Guru di riferimento. Ad esempio, in Pataka Mudra possiamo trovare la falange distale del pollice (ultima falange, in cui abbiamo anche l’unghia) più, o meno piegata.

Per capire meglio la separazione in gruppi, vediamo la tradizionale danza classica indiana Odissi, originaria di Orissa. L’Odissi è uno stile che risale a circa 2000 anni fa, sopravvissuto alle censure del Colonialismo, come accadde ad altri stili di danza tipo la Tap Dance… Ma questa è un’altra storia.

I gruppi sono:

Asamyukta Hasta. 28 Mudra ad una mano

Samyukta Hasta. 24 Mudra a due mani

C’è poi il gruppo dei Mudra Nrutya Hasta. 17 Mudra che appartengono allo stesso tempo ad entrambi i gruppi di cui sopra, usati per la “Pure Dance”, durante le performances.

Solo alcuni Mudra sono appropriati per la Fusion Belly Dance e per gli altri stili di danza contaminata in generale.

Questo perché, come abbiamo visto, hanno significati ben precisi. Alcuni sono effettivamente usati come abbellimenti dello stile e li possiamo quindi usare. Molti altri sono dedicati e riferiti alle divinità o alle caste, altri ancora esprimono nomi personali di fiumi o di Re.

Nel rispetto di ciò che rappresentano, quindi, vi esorto a scegliere con cura estrema quali Mudra  utilizzare per le contaminazioni e come contestualizzarli, come da buona norma ed educazione fanno le ballerine che hanno approfondito gli studi.

Per chiarirci con degli esempi pratici, usare dei Mudra che rappresentano Ganesh, ad esempio facendo una coreografia mista tra Belly Dance e Twerk… Lo so, ho visto cose raccapriccianti… Sarebbe come bestemmiare, e mi dispiace ma vi assicuro che lo era, a vederlo. Sarebbe come mercificare le icone sacre, profeti e Dei quali Budda, Cristo, Vishnu, Ganesha, etc. Saremmo come quei personaggi che si spacciano per religiosi e vendono le indulgenze sottoforma di figurine del Papa, coroncine, e feticci simili. Chi più spende, più si salva… Cosa? Lo fanno ancora… ?

Con quest’ultima personalissima riflessione, vi saluto dandovi appuntamento al prossimo articolo e tutorial sui Mudra…

Buona danza a tutti!

2 pensieri su “I Mudra nella Fusion Belly Dance

  1. Vorrei partecipare a un tuo stage di bellydance ⭐ ma non so dove trovarti ❗❗

  2. Ciao Consuelo, grazie mille per il tuo entusiasmo!
    La mia scuola di danza è OnLine per cui puoi studiare con me, comodamente da casa, scrivendo a [email protected] . Al momento siamo in fase Beta Test e apriremo ufficialmente l’Accademia OnLine molto presto…

    Il prossimo workshop in Italia, invece, sarà il 18 Settembre, a Torino. Troverai tutte le informazioni su http://www.fusiondancefestival.it e su questo sito, nel Blog.
    Ti aspetto! 😉

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