The Salimpours | La nascita di un Impero 3.4

Suhaila Salimpour e il suo Codice Da Vinci, ovvero il consolidamento di un caso eccezionale.

Puntata 1 – The Salimpours | Le origini 1.4

Puntata 2 – The Salimpours | Da Jamila a Suhaila 2.4

Puntata 3 – The Salimpours | La nascita di un Impero 3.4

Puntata 4 – The Salimpours | Suhaila, la Bruce Lee della Belly Dance e Isabella 4.4

Alla fine degli anni ’70, Jamila comincia a sponsorizzare le ballerine medio orientali per portarle nella sua scuola e offrire così, alle sue allieve, una varietà di stili atta a far crescere la cultura della Belly Dance in America. Stessa cosa fa con i musicisti, che portano con sé, ritmi più complessi e suggestivi. Gli studi di Classica e Jazz di sua figlia Suhaila, sono fondamentali per l’interpretazione che serve nelle coreografie così, Jamila e la figlia, collaborano febbrilmente all’evoluzione dello stile.

Jamila codifica e spiega nel dettaglio i movimenti della danza medio orientale, descrivendo e dando un nome a passi e movimenti diversi, anche in base all’appartenenza geografica. Tra questi, abbiamo il Turkish Drop, acquisito da Taboura Najim. Algerian shimmy, in 4/4 e in rélévé, visto per la prima volta dall’algerina Fatima Ali. Da Maya Medwar il suo Figure 8, come fosse incastrata tra due muri. Il Basic Egyptian, il passo con pivot e camminata, come passo di transizione per molte ballerine. Arabic family transitions One, Two e Three, presente in quasi tutti i vecchi film arabi. Samiha, horizontal 3/4 Shimmy con quella particolare esitazione nel movimento da destra a sinistra. E poi ancora Zenouba, il passo a zig-zag, con la direzione opposta al running choo-choo. E potremmo continuare per molto tempo…

Tutti questi passi e molti altri, li trovate nel manuale scritto da Jamila “The Dance Orientale”, del ’78. Stessi riguardi e cura ebbe per la tecnica dei cimbali nel “Finger Cymbal Manual”, che contiene moltissime varianti ritmiche. Crea così un vero e proprio linguaggio per rendere accessibile questa arte. Pubblica a seguire, una raccolta fotografica di ballerine medio orientali dalla Chicago World’s Faire, intitolato “From Cave to Cult to Cabaret”.

E poi arrivano gli anni ’80.

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Madonna canta “Like a Virgin” e una tra le tante giovani donne in America, sviluppa una sorta di corazza per resistere alle critiche ricevute dalla famiglia paterna in primis, e a quelle pubbliche dopo, che con la notorietà, per forza di cose, arrivano. Lei è Suhaila, la figlia di Jamila. Certo, rimane triste anche secondo il suo parere, il fatto che molte donne, anziché supportare e cercare di prender spunto da risultati così eccelsi, preferiscano attaccare. Ma questo è l’istinto umano, e di questo troverete una riflessione sull’articolo dedicato alla Sorellanza.                           

Suhaila era semplicemente nel posto giusto al momento giusto, come lei stessa dichiara. Nel luogo dove nasce la street dance con i popping, i locking, la breakdance e tutto ciò che caratterizza l’isolamento muscolare. Uno dei tanti momenti di evoluzione e fusione tra gli stili, presente nella storia della danza.

A 18 anni, Suhaila comincia ad esibirsi nei nightclubs. L’entourage del Byblos  in particolare, uno dei locali in cui lavora, una decina di anni dopo, le apre le porte sul mondo medio orientale e nel ‘94, fa la sua esperienza in Libano, per una grande produzione. Il paese appena uscito da più di 15 anni di guerra, si mostra in tutta la sua forza e creatività facendole scoprire la sua danza e la sua tradizione. Giorno dopo giorno, Suhaila viene invitata e instradata dagli organizzatori, a divenire il personaggio famoso che la gente del posto si aspetta di vedere. Ecco quindi che comincia a truccarsi e a curarsi le unghie anche per le prove, cosa impensabile per chi arriva dalla visione west degli allenamenti, in modo da suscitare il rispetto di cui una star è investita, secondo gli usi e costumi locali.

Qui, Suhaila scopre tutte le differenze tra la visione americana della Belly Dance e quella Libanese della Oriental Dance, dalle usanze ai gusti stilistici, nonché la differenza nel nome. Le viene chiesto di perdere 5 chili, mentre in America le dicevano sempre di metter su qualche chilo. Le ballerine medio orientali indossano scarpe con tacchi sui 7 centimetri, altroché i piedi nudi delle americane. Infatti, in Libano, i piedi nudi sono associati alle classi sociali basse. Suhaila riscontra un alto livello artistico e tecnico in Libano, a dispetto delle atrocità della guerra appena conclusa, con chiarissime contaminazioni di altri stili tra cui Flamenco e Samba. Una sorta di preludio alla Tribal Fusion.

SuhailaSalimpourLaDibiBlog

Finito di filmare le sue parti, mentre il resto della troupe continua a girare, Suhaila torna per una visita in America dove riceve una proposta che non può rifiutare: Andre Khoury, il suo amico d’infanzia, la chiede in sposa.

Tornare a la lavorare nei clubs americani, dopo esser stata trattata da regina in Libano, in qualità di ballerina, è dura. Nel Medio Oriente, infatti, le ballerine sono considerate e apprezzate, anche economicamente, per la loro arte, in qualità di icone culturali. Rispettate e trattate con riguardo nell’industria dell’intrattenimento, presenti anche su cartelloni e spot pubblicitari. In America, quindi, Suhaila, decide di non tornare a lavorare nei clubs, bensì di dedicarsi ad uno show suo, ispirandosi alla completezza e alla qualità delle produzioni libanesi.

Negli anni ’90, è il boom di Suhaila che getta il nuovo set up aziendale attraverso i Media. Parti nei video commerciali, productions e soprattutto i video istruzionali rilasciati dalla sua stessa azienda, la “Little Star Productions”. Nel ’96 lancia The Suhaila Dance Company.

I programmi di Suhaila sono una sorta di declinazione, un’evoluzione radicata sulla base delle codifiche della madre Jamila, tant’è che Suhaila riscrive alcuni manuali della madre, aggiornandoli e completandoli da un punto di vista tecnico. I manuali, come il metodo di Suhaila, sono integrati anche con le tecniche che lei ha acquisito durante i suoi studi, con e senza la madre, come Tap, Jazz, Classica, Flamenco e Hip Hop. Una sorta di processo per mettere ordine e aggiornare il patrimonio di famiglia, frutto di anni di ricerca, accorpando quindi il lavoro di Jamila alle tecniche di studio e interpretazione aggiornate di Suhaila. Anche un modo per riappropriarsi del proprio nome, per riprendersi la patria podestà degli sforzi di famiglia, in risposta a chi frequenta due classi in croce dell’insegnante di spicco, e va ad insegnare a propria volta nella scuola accanto, magari, cercando di godere della fama della prima. Ecco, questo non piace a nessuno.

Per darvi un ulteriore idea del lavoro di Suhaila, suoi sono gli esercizi a terra con la contrazione dei glutei e il Belly Roll in contemporanea, per ottenere le combo di isolazione muscolare.

A proposito della visione di insegnamento di Suhaila, c’è qualcuno che l’ha definita la Bruce Lee della Belly Dance.

Scopriremo chi e perché nella prossima ed ultima puntata…